Il caso di malasanità riguardava il decesso di una signora di 57 anni avvenuto presso l’Ospedale di Magenta, per un’omessa diagnosi cardiologica.
La signora già cardiopatica ischemica e già ricoverata in passato per pregressi episodi infartuali, si presentò presso l’Ospedale di Magenta per un dolore toracico acuto dove dapprima fu dimessa e poi, a seguito di un secondo accesso in pronto soccorso, non furono eseguiti degli accertamenti necessari che, soprattutto in considerazione della sua storia clinica, sarebbero stati necessari e invece la signora fu nuovamente dimessa.
Il medico di guardia, infatti, nonostante i dati anamnestici e clinici fossero allarmanti, con alta probabilità di una riacutizzazione della cardiopatia ischemica, non eseguiva il dosaggio degli enzimi ed un ECG (Elettrocardiogramma), come indicato dalle linee guida della Società Europea Cardiologica (ESC).
Tali accertamenti avrebbero consentito una tempestiva diagnosi dell’infarto miocardico in atto, in una fase in cui era ancora presente un buon equilibrio emodinamico, indicando il più idoneo trattamento da attuare (terapia cardiologica intensiva, coronarografia e rivascolarizzazione, percutanea e/o chirurgica).
Purtroppo a distanza di 24 ore morì a causa dell’omessa diagnosi cardiologica per un infarto miocardico, confermato dall’esame autoptico
I parenti si rivolsero alla nostra struttura e il nostro medico legale da subito, letti i referti del pronto soccorso, evidenziò una grave negligenza e imperizia dei sanitari del pronto soccorso dell’Ospedale di Magenta che invece sottovalutarono le condizioni della signora.
La mancata osservazione delle linee guida per il dolore toracico unitamente alla mancata osservazione della paziente hanno portato al decesso della stessa.
Il caso si è concluso con un accordo stragiudiziale con l’ASST OVEST di Milano che ha portato ad un risarcimento di euro 245.000 in favore degli eredi.
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Avv. Andrea F. Scaccabarozzi