Clinici e ricercatori del gruppo KOS-Neomesia, sollecitati da quanto accaduto dal Covid che ha portato per un lungo periodo all’isolamento sociale, hanno deciso di studiare il fenomeno della solitudine nell’ambito dei disturbi alimentari.
I ricercatori hanno notato un peggioramento di queste malattie e un aumento di nuovi casi durante i lockdown.
L’interesse per l’argomento è scaturito dalla poca letteratura presente sul tema che negli anni è stato poco indagato in relazione ai disturbi alimentari. Nella ricerca sono state coinvolte quattro strutture del gruppo Kos-Neomesia dove sono già presenti unità riabilitative per i disturbi dell’alimentazione e vi hanno partecipato pazienti di sesso femminile tra i 16 e i 60 anni.
I partecipanti hanno compilato una serie di questionari volti a evidenziare possibili relazioni tra questi disturbi e la solitudine.
Dai risultati è emerso un legame tra la solitudine e la durata della malattia e si evidenzia come maggiore sia la durata del disturbo alimentare maggiore sia il livello di solitudine provato; un peggioramento della qualità della vita con alti livelli di solitudine; una minore capacità di far fronte alla proprie emozioni, capire quelle degli altri e empatizzare con loro.
Lo studio rivela come la solitudine sia poco studiata ma in realtà sia molto presente nei disturbi alimentari e ne peggiori l’andamento. Si aprono in questo modo nuovi orizzonti per migliorare i vissuti con una riabilitazione psico-sociale che porti benefici ai disturbi alimentari.
di Veronica Lupi