Danno da morte

Il danno da perdita parentale o morte spetta ai parenti del soggetto che perde la vita a causa di una negligenza medica. Tale danno risarcisce la sofferenza patita per la perdita dello stretto congiunto. La quantificazione di tale danno, che non è un danno in re ipsa, e quindi deve essere provato da chi lo richiede, viene calcolato in base al legame di parentela, all’età della vittima, all’età dei parenti, all’eventuale rapporto di convivenza ed all’intensità del vincolo famigliare o relazionale. I tribunali di Milano e Roma per la liquidazione di tale danno hanno elaborato delle tabelle di calcolo per cercare di rendere uniformi i risarcimenti. Tali tabelle non hanno valore legislativo ma costituiscono un parametro di riferimento per i giudici. All’interno dell’area di “danno da morte” rientra anche il danno da perdita di chances di sopravvivenza che si verifica quando la colpa medica non ha causato la morte del paziente (nesso di causa diretto) ma ha sottratto delle possibilità di sopravvivenza al malato.