Emergenza medici di famiglia: mancano oltre 3.100 medici di medicina generale e la situazione è più critica nelle grandi regioni del Nord. Questo è quanto afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, ed è una situazione che riguarda tutte le regioni italiane. Secondo lo studio fatto non è stata impostata una adeguata programmazione che garantisse il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. In molte zone d’Italia diventa impossibile scegliere un mmg vicino a casa con conseguenze e rischi in particolare per fragili ed anziani.
L’accordo collettivo nazionale, prevede che il numero massimo di assistiti per un medico di medicina generale sia di 1.500 assistiti, che in casi particolari può essere aumentato fino a 1.800. Questo numero talvolta può essere incrementato ulteriormente, attraverso specifiche deroghe locali, come per esempio nella provincia di Bolzano dove si arriva fino a 2.000 assistiti, o per casi di indisponibilità di mmg o per scelte affidate al medico. Esistono anche autolimitazioni per medici che si trovano nel periodo iniziale di attività o che esercitano la professione in zone disagiate.
Il quadro del carico di assistiti per ogni medico di mmg è molto eterogeneo; infatti accanto a medici “ultra-massimalisti” che sfiorano circa il 50% ce ne sono altri con un numero di assistiti molto basso. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, riferiti all’anno 2022, su 39.366 mmg il 47% ha più di 1.500 assistiti; il 33% tra 1.001 e 1.500 assistiti; il 12,2% da 501 a 1.000; il 5,7% tra 51 e 500 e l’1,5% meno di 51.
Per quanto riguarda invece i dati delle Regioni, ci dicono che il massimale di 1.500 assistiti è superato da più di un medico di famiglia su due in Emilia-Romagna (51,5%), Campania (58,4%), provincia autonoma di Trento (59,1%), Valle D’Aosta (59,2%), Veneto (64,7%). Addirittura da due mmg su tre nella provincia di Bolzano (66,3%) e in Lombardia (71%).
Secondo i dati di Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati) dal 1° gennaio 2023, 37.860 mmg avevano in carico oltre 51,2 milioni di assistiti. Quindi la media nazionale si attesta su 1.353 assistiti per mmg rispetto ai 1.307 del 2022:si va dai 1.090 della Basilicata ai 1.646 della Provincia Autonoma di Bolzano.
In media che età hanno medici di famiglia? questa domanda purtroppo desta preoccupazioni, infatti nel 2022 il 72,5% dei mmg in attività aveva oltre 27 anni di anzianità di laurea. In particolare nella maggior parte delle regioni del sud i medici con oltre 27 anni di laurea sono più di 3 su 4: in Calabria (89,4%), Sicilia (81,7%9, Campania (80,7%), Sardegna (79,7%), Molise ( 78,4%), Basilicata (78,3%), Puglia (78%).
Secondo i dati raccolti tra il 2023 e il 2026 saranno 11.439 i medici di famiglia che avranno compiuto o compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione, e si va dai 21 della Valle D’Aosta ai 1.539 della Lombardia.
Quanto medici di famiglia mancano? secondo i dati Sisac al 1° gennaio 2023, nel periodo 2019-2022 c’è stata una diminuzione dei medici di famiglia. Nel 2022 erano 37.860, ovvero 4.149 in meno rispetto al 2019 (-11%) con variabilità regionali: dal -34,2% della Sardegna al -4,7% del Molise.
Quindi se riteniamo accettabile un rapporto di 1 mmg ogni 1.250 assistiti e utilizzando le rilevazioni di Sisac, Gimbe stima al 1° gennaio 2023 una carenza di 3.114 mmg, con situazioni più critiche nelle regioni del Nord: Lombardia (-1.237), Veneto (-609), Emilia Romagna (-418), Piemonte (-296), oltre che in Campania (-381).
E in futuro? considerando l’eta di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero di borse di studio messe a disposizione per gli anni 2020-2023, nel 2026, il numero di medici di famiglia diminuirà di 135 unità rispetto al 2022, ma con differenze regionali. Saranno tutte le regioni del Sud (tranne il Molise) nel 2026 a scontare la maggior riduzione di mmg: Campania (-384), Puglia (-175), Sicilia (-155), Calabria (-135), Abruzzo (-47), Basilicata (-35), Sardegna (-9) oltre a Lazio (-231), Liguria (-36) e Friuli Venezia Giulia (-22). La stima oltretutto potrebbe essere sottostimata dall’eventuale scelta dei mmg di andare in pensione prima dei 70 anni, dal numero delle borse di studio non assegnate e dall’abbandono del corso di formazione in medicina generale (circa il 20%). Di contro si può anche sovrastimare considerando i mmg che intenderanno prolungare l’attività fino a 72 anni e dalla possibilità degli iscritti al corso di medicina generale di acquisire fin dal primo anno 1.000 assistiti.
Alla luce di tutto ciò non ci resta che investire fin da subito sulla prevenzione e uno stile di vita sano per mantenerci sani il più a lungo possibile!
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dott.ssa Veronica Lupi