La valutazione medico legale di un caso di malasanità è di fondamentale importanza per intraprendere qualsiasi azione legale.
L’avere valutato attentamente a priori il caso di errore medico che abbia comportato un danno, o addirittura la morte di un paziente, costituisce la base su cui poggiare la successiva azione legale e senza la quale non si potranno ottenere risultati.
Un avvocato che si occupi di responsabilità sanitaria dovrà consigliare al proprio cliente di rivolgersi ad un consulente medico legale per lo studio clinico del caso, affinché quest’ultimo, con l’ausilio di specialisti di settore, possa evidenziare tutte le criticità del caso.
Una volta accertata una medical malpractice da parte del medico legale, si potrà formulare una richiesta risarcitoria per l’errore o la colpa medica ed il conseguente danno subito.
Anche in sede giudiziale il Giudice, in caso di contestazione da parte dell’Azienda Ospedaliera o del medico dell’errore e del danno subito, dovrà necessariamente rivolgersi a dei consulenti legali, in particolare ad un medico legale ed ad uno specialista di branca, al fine di dirimere, da un punto di vista tecnico, il contenzioso sulla negligenza medica.
I Consulenti nominati dal Tribunale dovranno, in nome e per conto del Giudice, valutare il caso di malasanità, visitando il paziente e predisponendo una relazione medico legale che costituirà la base per il futuro giudizio del Giudice.
Nell’ambito dei procedimenti di accertamento tecnico preventivo i Consulenti del Giudice (c.d. CCTTUU) dovranno altresì esperire un tentativo di conciliazione delle parti, prima di stendere la relazione definitiva.
In caso di mancato accordo e di accertamento della responsabilità sanitaria (errore medico), il Giudice utilizzerà la valutazione medico legale dei CCTTUU sia per la quantificazione monetaria del danno biologico sia per le altre componenti di danno come l’incidenza della menomazione sugli aspetti dinamico relazionali del danneggiato (personalizzazione), sia nella determinazione della quota di sofferenza interiore, sia per quanto riguarda l’invalidità temporanea che quella permanente.
Il supporto della medicina legale costituisce, quindi, elemento di prova determinante ai fini dell’accertamento ed anche della successiva quantificazione del danno non patrimoniale.
Avv. Andrea F. Scaccabarozzi